L’Acetilcisteina non previene la pancreatite acuta dopo colangiopancreatografia retrograda endoscopica
La pancreatite acuta è la più comune e spesso la più grave complicanza della colangiopancreatografia retrograda endoscopica ( ERCP ).
Nella patogenesi della pancreatite acuta, la prima fase è probabilmente rappresentata dal danno endoteliale capillare mediato da radicali liberi derivanti dall’ossigeno.
L’N-Acetilcisteina ( NAC, Fluimucil ), uno scavenger ( spazzino ) di radicali liberi derivati dall’ossigeno, può essere potenzialmente efficace nel prevenire la pancreatite acuta post-colangiopancreatografia retrograda endoscopica.
E’ anche noto che l’Acetilcisteina ha ridotto la gravità della malattia in un modello sperimentale di pancreatite acuta.
Un totale di 106 pazienti è stato assegnato in modo casuale a 2 gruppi.
A 55 pazienti è stata somministrata N-Acetilcisteina ( 2 dosi da 600mg per os 24 e 12 ore prima della colangiopancreatografia retrograda endoscopica e 600mg erano somministrati per via endovenosa 2 volte al giorno per 2 giorni dopo l’esame diagnostico ).
Il gruppo controllo era composto da 51 pazienti ai quali è stata somministrata soluzione salina isotonica 2 volte al giorno per 2 giorni dopo colangiopancreatografia retrograda endoscopica.
Il parametro di outcome primario era rappresentato dalla pancreatite acuta post-esame diagnostico, mentre i parametri degli outcome secondari erano differenti tra i gruppi nell’attività dell’amilasi nelle urine e nel siero.
Non sono state osservate differenze significative nell’incidenza di pancreatite post-colangiopancreatografia retrograda endoscopica tra i 2 gruppi ( 10 pazienti in totale, 4 nel gruppo Acetilcisteina e 6 nel gruppo controllo ).
Non è stata riscontrata nessuna differenza al basale e post-ERCP nell’attività dell’amilasi nelle urine e nel sito tra i due gruppi.
L’Acetilcisteina non ha dimostrato alcun effetto preventivo sulla pancreatite post-colangiopancreatografia retrograda endoscopica e neppure sull’iperamilasemia. ( Xagena_2006 )
Milewski J et al, World J Gastroenterol 2006; 12: 3751-3755
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