Anticorpi monoclonali: Mirikizumab migliora la qualità di vita per i malati di colite ulcerosa
L'Agenzia Italiana del Farmaco ( AIFA ) ha approvato la rimborsabilità di Mirikizumab ( Omvoh ), un farmaco che agisce su una delle vie di infiammazione cruciali nello sviluppo della colite ulcerosa, offrendo sollievo dai principali sintomi.
La colite ulcerosa interessa lo strato più interno del colon provocando forte frequenza evacuativa, sanguinamento rettale e urgenza intestinale; interessa soprattutto i pazienti d'età compresa tra i 15 e i 30 anni. Il 25% di chi viene colpito dalla malattia ha meno di 18 anni.
Si stima che in Italia questa forma di colite riguardi circa 160 mila persone, con 4mila nuove diagnosi ogni anno. Data la frequenza e la gravità dei sintomi, l'impatto sulla vita sociale e lavorativa è notevole.
Poiché spesso si sottovalutano i primi segni della malattia ( dolori addominali e lieve sanguinamento ) è frequente che la diagnosi sia tardiva.
Per la diagnosi viene eseguito preliminarmente l'esame del sangue e delle feci, e in seguito il pazisnte è sottoposto a colonscopia con biopsia.
Mirikizumab è un anticorpo monoclonale anti-IL-23 che può essere utilizzato come terapia avanzata sia di prima sia di seconda linea. La somministrazione avviene per via endovenosa una volta al mese; allo scoccare della dodicesima settimana dopo la prima assunzione, è sufficiente un'iniezione sottocutanea.
Tra i fattori che hanno determinato l'efficacia di Mirikizumab c'è l'impatto che il farmaco ha sull'urgenza intestinale, uno dei sintomi più invalidanti per i pazienti perché li induce a non allontanarsi di casa a causa del timore di dover utilizzare frequentemente la toilette.
Gli studi che hanno portato alla registrazione di Mirikizumab sono stati i primi e gli unici a utilizzare una scala di valutazione dell'urgenza intestinale e hanno registrato un netto miglioramento del sintomo soprattutto in coloro che rispondono meglio alla terapia di induzione.
Ad oggi non si conosce la causa della colite ulcerosa, quindi non è possibile agire in maniera mirata per evitarne l'esordio. Quel che è certo è che chi ha un familiare che ha sviluppato la patologia avrà a sua volta una maggiore possibilità di doverla affrontare.
I pazienti a cui viene diagnosticata la colite ulcerosa possono prevenire la progressione del danno intestinale e lo sviluppo di complicanze grazie alla terapia medica e a una dieta povera di prodotti caseari, di alimenti ricchi di grassi, di cibi piccanti e bevande alcoliche o con caffeina, che peggiorano i sintomi della malattia. Accortezze, queste, da rispettare rigorosamente nelle fasi acute della malattia.
Nei periodi di remissione, invece, non ci sono restrizioni alimentari. ( Xagena_2024 )
Fonte: Eli Lilly, 2024
XagenaMedicina_2024