Inibitori della pompa protonica: l’uso per lunghi periodi può causare dipendenza


Ricercatori della Copenhagen University hanno trovato che soggetti adulti sani senza sintomi di reflusso acido, trattati con gli inibitori della pompa protonica, hanno sviluppato sintomi di dipendenza quando hanno interrotto l’assunzione dei farmaci dopo 8 settimane.

Lo studio ha coinvolto 120 adulti sani, che sono stati assegnati ad assumere Esomeprazolo ( Nexium ) 40 mg per 8 settimane e placebo per le ultime 4 settimane, oppure placebo per l’intero periodo di 12 settimane.

All’inizio dello studio, i partecipanti di entrambi i gruppi avevano riportato sintomi gastrointestinali simili, ma tra la 9.a e la 12.a settimana, il 44% di quelli che stavano assumendo Esomeprazolo hanno riferito un aumento dei sintomi, mentre nel gruppo placebo solo il 15% ha riportato un incremento della sintomatologia.
Alla fine dello studio, il 22% dei soggetti assegnati ad Esomeprazolo ha riportato ancora i sintomi, nonostante non venisse più assunto l’inibitore della pompa protonica da 4 settimane, contro solo il 2% degli individui assegnati al trattamento con placebo.
I sintomi sono scomparsi dopo 3 mesi dall’interruzione di Nexium.

I Ricercatori hanno ipotizzato che questo effetto rebound fosse con buona probabilità una risposta alla soppressione acida causata dall’Esomeprazolo, con iperproduzione della gastrina, un ormone che stimola il rilascio acido nello stomaco.

Recentemente diversi studi hanno messo in dubbio la sicurezza degli inibitori della pompa protonica.
Uno studio canadese ha evidenziato un legame tra l’uso nel lungo periodo degli inibitori della pompa protonica e l’aumentato rischio di fratture all’anca, polso o alla colonna vertebrale.

La Society for Cardiovascular Angiography and Interventions ( SCAI ) ha raccomandato ai pazienti che assumono Clopidogrel ( Plavix ) di evitare gli inibitori della pompa protonica dopo l’impianto di uno stent, perché la combinazione aumenta il rischio di infarto miocardico ( 70% ), di ictus ( 48% ) e di ripetizione della procedura di rivascolarizzazione del 35%.

Inoltre, uno studio canadese ha trovato una connessione tra prescrizione di routine degli inibitori della pompa protonica durante l’ospedalizzazione ed un aumento del rischio ( 30% ) di acquisire polmonite.

Fonte: Gastroenterology, 2009



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