Gli inibitori dell'HMG-CoA reduttasi non esercitano nessun effetto protettivo sul rischio di cancro del colon e del retto


Un gruppo di Ricercatori dell’Universityy of Manitoba in Canada, hanno condotto uno studio di coorte per determinare l'effetto di un uso regolare di lungo periodo con le statine ( anche note come inibitori dell'HMG-CoA reduttasi ) sul rischio di tumore colorettale.

Le persone con regolari prescrizioni di statine sono state identificate dal Registro dei farmaci prescritti a Manitoba e sono state seguite fino alla diagnosi di tumore del colon-retto, alla morte o fino a dicembre 2005.

L'incidenza di tumore del colon e del retto in questo gruppo è stata confrontata con quella osservata tra individui che non avevano mai ricevuto prescrizione di statine.

È stata effettuata un'analisi stratificata per determinare il rischio dopo 5 anni di utilizzo regolare di statine.

L'effetto della dose è stato valutato in unità di dose giornaliera definite.

In totale, 35.739 individui hanno ricevuto regolare prescrizione di statine.

In tutto, 10.287 ( 49% maschi; 51% femmine ) utilizzatori di statine a lungo termine ( maggiore o uguale a 5 anni ) sono stati seguiti per un ulteriore periodo fino a 5 anni.

Nell'analisi multivariata, l’incidence rate ratio ( IRR ) del carcinoma colorettale tra le persone con regolare prescrizione di statine ( n=377.532 ) è stato 1.13.

Il rischio di cancro del colon-retto tra gli utilizzatori a lungo termine di statine è risultato simile a quello osservato tra persone che non avevano mai ricevuto una prescrizione per statine ( IRR, 0.89 ).

Una riduzione non-significativa del rischio è stata osservata tra gli utilizzatori regolari a lungo termine di alte dosi di statine.

In conclusione, queste osservazioni suggeriscono che l'uso a lungo termine di statine per le attuali indicazioni cliniche non protegge dal tumore colorettale.
I benefici di un trattamento a lungo termine con alte dosi di statine merita ulteriori approfondimenti. ( Xagena_2009 )

Singh H et al, Am J Gastroenterol 2009; 104: 3015-3023



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