Cancro all'esofago: Nivolumab associato a chemioterapia oppure doppio trattamento immunoterapico Nivolumab e Ipilumumab
Il cancro all'esofago è una delle neoplasie a prognosi peggiore. In Italia, nel 2020, sono stati stimati 2.400 nuovi casi ( 1.700 uomini e 700 donne ).
Oltre la metà delle diagnosi è in fase avanzata, quando la malattia è più difficile da trattare. Infatti, la sopravvivenza a 5 anni è pari al 12% negli uomini e al 17% nelle donne.
Da qui la necessità di nuove armi in grado di controllare la malattia a lungo termine. Un risultato possibile grazie all’immunoterapia, come evidenziato dai dati aggiornati dello studio CheckMate -648.
Il cancro squamoso dell’esofago è una malattia per anni considerata priva di opzioni realmente efficaci. La chemioterapia standard di prima linea, costituita da una doppietta di farmaci, non è in grado di migliorare la prognosi, che rimane sfavorevole con una sopravvivenza mediana che non supera i 10 mesi.
Nello studio CheckMate -648 sono state coinvolte 970 persone, affette da cancro all’esofago a cellule squamose avanzato o metastatico e mai trattate in precedenza.
L’analisi primaria aveva già evidenziato il beneficio in sopravvivenza globale ( OS ), che è quasi raddoppiata grazie ai regimi immunoterapici in prima linea rispetto alla sola chemioterapia. In particolare, la sopravvivenza a 1 anno, nella popolazione di pazienti con espressione tumorale di PD-L1 pari o superiore all’1%, è passata dal 37% con lo standard di cura al 58% con la combinazione di immunoterapia e chemioterapia e al 57% con la duplice immunoterapia.
Le nuove analisi hanno evidenziato come l'immunoterapia a base di Nivolumab ( Opdivo ) associata a chemioterapia e la duplice immunoterapia costituita da Nivolumab più Ipilimumab ( Yervoy ) possano cambiare la pratica clinica nel trattamento della malattia in fase avanzata.
Il carcinoma dell'esofago è molto aggressivo e, con la progressione della malattia, diventa sempre più sintomatico e difficile da trattare. Per questo ogni miglioramento nel controllo della malattia nelle sue fasi iniziali è di grande valore.
La nuova analisi ha dimostrato che il rischio di progressione a linee di terapia successive alla prima ( PFS2 ) si è ridotto del 36% con la combinazione Nivolumab e chemioterapia, e del 26% con Nivolumab e Ipilimumab, rispetto al braccio sola chemioterapia standard.br>
Nel 2020, in Italia, vivono 7.100 persone dopo la diagnosi. L’abuso di alcol e l’abitudine al fumo di sigaretta sono strettamente connessi alla forma squamosa,
Troppi pazienti scoprono la malattia in stadio avanzato, non più operabile. E sono persone molto fragili, talvolta marginalizzate per la dipendenza dall’alcol, spesso colpite anche da altre malattie, con una bassa qualità di vita.
La duplice immunoterapia con Nivolumab ed Ipilimumab è il primo trattamento chemo-free ( libero da chemioterapia ) ad aver dimostrato un beneficio in sopravvivenza e un controllo della malattia che, in base ai dati aggiornati dello studio CheckMate -648, si prolunga nelle linee successive di terapia. ( Xagena_2022 )
Fonte: Congresso della Società Americana di Oncologia Clinica ( ASCO ), 2022
Xagena_Medicina_2022