Melanoma: il trapianto del microbioma da pazienti responder all’immunoterapia a pazienti non-responder permette di superare la resistenza e ristabilire l’efficacia del trattamento oncologico


Uno studio su 16 pazienti affetti da melanoma ha dimostrato il trapianto fecale può superare la resistenza all’immunoterapia con Pembrolizumab ( Keytruda ), un anticorpo anti-PD-1.

Lo studio di fase 2 ha dimostrato che il cambiamento della composizione batterica dell’intestino permette alla terapia oncologica di recuperare la sua efficacia.

In 6 pazienti su 15 sottoposti al rimodellamento del microbioma, la resistenza alla terapia è stata superata e il tumore ha cominciato a regredire.

Non è la prima volta che i 100 trilioni di batteri che popolano l’intestino vengono considerati capaci di favorire o compromettere il successo di una terapia immuno-oncologica.
In altri studi, precedenti, era emerso il ruolo chiave del microbioma nelle risposte alle terapie basate sugli inibitori del checkpoint immunitario. Differenze nella composizione batterica intestinale appaiono associate a differenti esiti della terapia, anche se il meccanismo alla base del fenomeno non è ancora ben definito.

Lo studio è stato compiuto da ricercatori dell’Università di Pittsburgh negli Stati Uniti.

Sono stati raccolti campioni del microbioma intestinale di pazienti che avevano risposto bene all’immunoterapia e li hanno trasferiti nell’intestino dei pazienti che non avevano ricevuto benefici dallo stesso trattamento immunoterapico.

I ricercatori hanno osservato dai campioni di feci che i riceventi avevano modificato rapidamente il microbioma sul modello del campione del donatore, e che questo cambiamento era duraturo.

Questo suggerisce che la modulazione del microbioma è la chiave per ripristinare le condizioni intestinali nelle persone i cui tumori non rispondono alla terapia.

Tutti i pazienti, i donatori e i riceventi, hanno proseguito la terapia con Pembrolizumab.

Dal monitoraggio delle condizioni di salute dei partecipanti è emerso che 6 persone su 15 dopo il trapianto fecale ha mostrato una riduzione del tumore e la terapia era associata a una minore incidenza di effetti collaterali, tra cui la fatigue.

Nei 6 pazienti i cui tumori si erano stabilizzati o erano migliorati è stato osservato un numero maggiore di batteri che erano stati precedentemente associati a una buona risposta all’immunoterapia.
I pazienti che dopo il trapianto fecale hanno risposto alla terapia hanno mostrato anche un miglioramento dei parametri correlati al funzionamento del sistema immunitario.

In conclusione, i risultati dello studio hanno suggerito che l'introduzione di alcuni microrganismi intestinali nell’intestino di un paziente può indurre una risposta ai farmaci che migliora la capacità del sistema immunitario di riconoscere e uccidere le cellule tumorali. ( Xagena_2021 )

Fonte: Science, 2021

Xagena_Medicina_2021